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Mercoledì 09/11/2011

Alle prime ore del mattino siamo a 10 Mn da Fatu Hiva e ammiriamo con emozione il profilo delle sue alte montagne uscire dall'acqua nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico.

Ancoriamo nella famosa baia delle Vergini di una bellezza indescrivibile. Le montagne verdi, i picchi rocciosi avvolti dalle nuvole e la natura selvaggia rendono questa baia un luogo mistico e pieno di magia. Siamo solo due barche.

 

Fatu Hiva è la prima isola dell'arcipelago ad essere scoperta dal navigatore spagnolo Mendaña il 25 luglio del 1595. Priva di una pista di atterraggio e mal servita dalle barche, Fatu Hiva soffre di un certo isolamento che salvaguarda la sua atmosfera di paradiso selvaggio. Grazie alle abbondanti precipitazioni numerose piante da frutto crescono sul suo terreno rigoglioso. Gli abitanti sono raccolti nei due soli villaggi di Omoa e Hanavave mentre il resto dell'isola è totalmente selvaggio.

 

Viene a darci il benvenuto con la sua lancia, Cristian, uno scultore che ci invita subito a casa sua. Ci regala pompelmi e banane e ci mostra orgoglioso il suo lavoro. Visitiamo la sua casa e il laboratorio dove scolpisce legno, pietra e osso. Michele e Thierry provano a scolpire la pietra sotto la sua guida esperta. Io e Coco raccogliamo tiare e ylang-ylang con la figlia Tiffany, felicissima delle penne colorate e dei pastelli che le abbiamo portato.

Fatu Hiva è la sola isola della Polinesia francese a portare avanti la fabbricazione della Tapa (stoffa di corteccia battuta e decorata) con i metodi tradizionali. Tipici sono anche i cocchi incisi e gli Umu hei composizioni vegetali di fiori e fragranze profumate (vaniglia, ylang-ylang, ananas ricoperto di polvere di sandalo e altri frutti e piante) che creano un piacevole cocktail olfattivo. Le donne sistemano questa composizione tra i capelli.

 
Il piccolo villaggio di Hanavave si estende nella valle ai piede della alte montagne. Percorrendo la sua via principale si possono incontrare la sua chiesa, un alimentari e la posta. In un attimo conosciamo tutti i suoi abitanti.
 

Alle 17 siamo nella piccola chiesa bianca ai piedi della montagna, ci hanno invitano ad una Messa animata dai bambini con canti e danze.

Fuori dalla chiesa incontriamo altre persone che ci invitano a casa loro e la nostra "agenda" si riempe velocemente di appuntamenti.

Giovedì 10/11/2011

Questa mattina abbiamo voglia di sgranchirci le gambe e con Thierry e Coco facciamo una passeggiata fino alla cascata. Seguiamo la stada principale e imbocchiamo poi un sentiero nel bosco, stretto e poco battuto, che ci permette, dopo un oretta di cammino, di arrivare a destinazione.

 

Alla cascata facciamo una merenda con banane e pompelmi raccolti lungo la strada...che meraviglia mangiare della frutta appena colta! Dopo le Tuamotu tutto questo verde, quest'abbondanza di frutta e di acqua ci sembrano un miraggio.

Ritorniamo per il sentiero nella boscaglia tra chiacchere e scivoloni per le foglie e i sassi bagnati. Sulla strada del ritorno raccogliamo limoni e papaie dall'orto di Desirèe e Jacque.

 
 
Nel pomeriggio siamo a casa di Marc e Blondine una coppia marchisiana che ci accoglie con degli enormi caschi di banane e le loro famose banane secche. Ci mostrano come le preparano: le banane sono messe per 3 giorni ad essiccare intere, poi vengono tagliate a metà lasciate al vento e al sole per altri 5 giorni al riparo da insetti grazie ad una retina. Davanti a questa deliziosa distesa di banane disidratate la degustazione è d'obbligo.
 
 

 

Marc è uno scultore ecclettico che lavora con tutto: pietra, legno, osso, madreperla e recentemente con l'ebano. Lei prepara le tipiche collane fatte con i semi marchisiani dai colori vivaci. Hanno 8 figli, "tutti avuti dalla stessa moglie" ci tiene a precisare lui, ormai grandi e sparsi per la Polinesia e la Francia. Ci spiegano che la maggior parte del loro lavoro viene venduto su commissione, nelle esposizioni e fiere di Tahiti e della Nuova Caledonia. Blondine ci fa ssaggiare il ghiacciolo che prepara con il Corasol, un frutto dolce e pieno di semi tipico delle Marchesi. Delizioso e fresco ogni giorno passeremo per averne uno. Sono allegri e simpatici, passiamo tutto la giornata in loro compagnia.

 

Venerdì 11/11/2011

A terra accanto al molo si trovano due rubinetti di acqua potabile e ne approfittiamo per fare il bucato e il pieno a Coelacanthe.

Michele e Thierry vanno a pesca con Augustin un simpatico marchisiano conosciuto nei giorni precedenti. Quando rientrano dalla battuta di pesca mangiamo tutti assieme su Coelacanthe.

 

Augustin è un personaggio davvero interessante. Ex giocatore di calcio professionista ha lasciato tutto per diventare guaritore Mana grazie a dei poteri inspiegabili che gli sono stati donati dal Cielo. Sua madre era una guaritrice e spesso gli appare in sogno per indicargli delle cure. Lui attraverso massaggi e preparati a base di piante cura i malati e per questo è conosciuto e ricercato in tutte le Marchesi. Ci racconta la sua storia incredibile e la sua vita oggi a Fatu Hiva. Ci piace dal primo momento e conoscendolo scopriremo una persona gentile e accogliente con uno sguardo sincero e profondo.

La giornata in barca passa in allegria mentre Agustin ci fa ascoltare qualche bella canzone polinesiana.

 
 

Martedì 15/11/2011

Alle prime ore del mattino siamo sul molo di Hanavave per non perdere il passaggio per il villaggio di Omoa. È una bella giornata di sole e con un speed-boat percorriamo la costa dell'isola con le sue incantevoli falesie a picco su un mare blu cobalto.

 

 

Il villaggio di Omoa a Sud dell'isola si estende in una valle rigogliosa. Si fa notare la piccola chiesa dal tetto rosso e la facciata bianca con i suoi affilati profili in stile gotico. Omoa possiede due siti di pietre scolpite, in ottimo stato di conservazione, tra i più grandi dell'arcipelago.

 

 

Facciamo un giro veloce per la sua via principale dove troviamo tra le case colorate, il centro dell'artigianato, la posta e due alimentari. Sul lungomare, recentemente sistemato, troviamo delle belle sculture moderne che si affacciano sulla baia.

 

 
 

Con Thierry e Coco pertiamo per la camminata che ci riporterà ad Hanavave. Sono 18 Km di stada che diventa presto una pista coperta di fango molliccio. Il sole, fortunatamente, si ritira dietro le nuvole permettendoci di camminare al riparo dai suoi violenti raggi. Per una ragione a noi sconosciuta la strada sale sempre ma procediamo senza troppi problemi facendo brevi ma numerose soste. Pausa panino, pausa foto, pausa acqua, pausa ombra, pausa banana ecc...

Il Panorama è incredibilmente bello e tanta fatica viene ampiamente ricompensata.

 
 

Arriviamo ad Hanavave a metà pomeriggio e ci buttiamo a terra allo stremo delle nostre risorse. Questi mesi alle Tuamotu, dove la passeggiata tipica era il tour del minuscolo motu, ci hanno fisicamente indebolito, le gambe e soprattutto il fiato sono decisamente fuori allenamento. Le Marchesi e le sue belle passeggiate ci rimetteranno presto in sesto.

Torniamo in barca e dopo un bagno rigenerante ci godiamo il tramonto nel relax totale del pozzetto.

 
 

Mercoledì 16/11/2011

Abbiamo dormito come bambini e al risveglio scopriamo con sorpresa di non aver nessun dolore alle gambe. Salutiamo gli amici al net del mattino ma nessuno ci sente perchè la radio trasmette a bassissima potenza. La smontiamo e scopriamo che alcuni punti sono erosi dalla ruggine. Michele riesce a sistemarla temporaneamente quanto basta per ricevere e trasmettere la posta e il meteo.

Nella mattinata Coco viene a bordo di Coelacanthe con una grossa zucca e prepariamo una quantità industriale di gnocchi di zucca.

Non siamo più soli all'ancoraggio arriva Compay la barca di Eric, uno svizzero, che abbiamo seguito sul Net francese in navigazione dal Chile alle Gambier. A bordo c'è anche il nipote Jerome in vacanza da lui per un paio di mesi. Siamo a cena su Compay e passiamo una splendida serata in compagnia. Eric è in viaggio da 8 anni con il suo Elan40 e ama percorrere lunghe distanze per raggiungere luoghi poco battuti dai navigatori. Ascoltiamo con interesse i suoi racconti del Giappone, dell'Alaska e le sue avventure in Sud America.

 
 

Venerdì 18/11/2011

Si è aperta una buona finestra meteo per raggiungere una baia a Nord-Est di Hiva Oa.

A terra facciamo un giro per salutare gli amici conosciuti in questi giorni. Incontriamo Agustin che ci regala pompelmi e manghi, Blondine ci carica di banane mentre Jacque e Desirèe di papaie e limoni.

Nel pomeriggio con Coco e Jerome andiamo a fare snorkeling fuori dalla baia. Nuotiamo lungo le falesie e nonostante la visibilità sia ridotta a pochi metri l'acqua è pulita e piena di pesci. Quando siamo in acqua è davvero uno spettacolo impressionante sollevare gli occhi al cielo e vedere queste montagne di roccia a picco sul mare.

 

 
 
Alle 23 salpiamo l'ancora e ci lasciamo alle spalle questa baia magica che ci ha regalato fantastici incontri. Il cielo è pieno di stelle, abbiamo un vento da E 12Kt con poco mare e veleggiamo percorrendo velocemente le 50 Mn che ci separano da Hiva Oa.
 

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